La capacità di riflettere sui propri processi cognitivi

La metacognizione

Riflettere sui propri processi cognitivi significa avere consapevolezza dei propri stati mentali e di ciò che li muove, soprattutto relativamente all’attenzione, alla memoria, alla comprensione.

Oltre la consapevolezza è importante sottolineare l’importanza del controllo sui suddetti processi mentali, al fine di dirigere le proprie risorse in maniera produttiva verso un obiettivo desiderato.

Quando ci serve?

E’ un concetto molto usato in ambito educativo e relativamente ai processi di apprendimento.

Conoscere e controllare i propri meccanismi di attenzione e memoria ad esempio, può risultare molto utile nel momento in cui si sta imparando qualcosa.

E’ un concetto che può certamente essere ampliato a vari ambiti della vita: nel momento in cui si è acquisita consapevolezza e anche una certa flessibilità nel portare degli aggiustamenti ai propri processi interni, questo avrà delle ripercussioni positive generali sulla persona.

Ad esempio, avere consapevolezza delle nostre distorsioni percettive è una capacità molto importante.

Un tipo molto comune di distorsione percettiva è il confirmation bias: quando prestiamo attenzione alle informazioni che provengono dall’esterno, tendiamo a dare maggiore importanza a quelle che confermano le nostre idee di partenza, piuttosto che a quelle che le contraddicono.

Se siamo però consapevoli di questo nostro processo interno, saremo anche in grado di dare più considerazione alle informazioni lontane dai nostri schemi mentali.

Il nostro campo conoscitivo si amplia, la nostra mente si apre, alleniamo la nostra flessibilità.

Cosa succede se non abbiamo questa capacità?

Deficit nella metacognizione comportano grandi limiti a livello affettivo e sociale:

non si è in grado di capire l’altro, risulta difficile comprendere prospettive diverse dalle proprie e si stagna nella propria rigidità, si hanno difficoltà nel problem-solving e non si colgono opportunità di arricchimento e conoscenza.

In ambito educativo ad esempio, bisogna stimolare i ragazzi a capire come lavora la propria mente: “perché pensi che il compito sia difficile?”, “perché hai fatto proprio in questo modo?”

Approfondire le risposte a queste domande permette al ragazzo di riflettere sulle proprie modalità di pensiero e strategie di azione.

Se opportunamente guidati, saranno quindi in grado di apprendere modalità più efficaci di analisi di una situazione.

E’ facilmente intuibile come l’esempio sopra citato possa essere ampliato a varie situazioni del nostro vivere quotidiano.