La vita dopo il trauma: superare gli eventi avversi

Generalmente in psicologia ciò che viene definito trauma ha caratteristiche e conseguenze specifiche, un trauma infatti è un evento di vita avverso che minaccia l’integrità fisica o psichica della persona, come ad esempio un incidente, un’aggressione, una malattia, un lutto. Un trauma non elaborato può portare al cosiddetto disturbo da stress post-traumatico che si caratterizza con pensieri intrusivi che riportano al trauma vissuto, conseguente stato di agitazione e angoscia, disturbi del sonno, sintomi depressivi. Spesso i traumi non elaborati portano anche a delle somatizzazioni.

Non aver elaborato un trauma significa non avergli concesso uno spazio di espressione e non averlo integrato come esperienza, seppur terribile, della propria vita. Quindi se si prova ad immaginare il trauma come un nucleo di energia, carico di sofferenza, dolore, paura, angoscia, e si considera che non gli è stato concesso uno spazio di espressione, bisogna pensare che quel nucleo di energia debba comunque trovare il suo modo per esprimersi. Spesso lo fa tramite una somatizzazione, ovvero trasferendosi nel corpo e dando vita ad un disturbo fisico. Pensiamo ad esempio ad una situazione che provoca ansia, quale potrebbe essere un colloquio di lavoro; se tendiamo a negare l’ansia, cercando di non pensarci, distraendoci, è molto probabile che essa si trasferisca nel corpo e inizi a dare vita a sintomi come mal di testa o mal di pancia. Penso sia un’esperienza abbastanza comune ed è un classico esempio di somatizzazione, di cui molti hanno sicuramente fatto esperienza almeno una volta.

La mancata elaborazione di un trauma più complesso e doloroso quale può essere ad esempio un’aggressione, può portare a delle somatizzazioni importanti e croniche, può dare vita ad un disturbo depressivo, ad attacchi di panico. La tendenza che si ha a difendersi dalle emozioni negative, può portare a diversi disturbi e problemi, ben più invalidanti del concedersi invece la responsabilità di dare libertà di espressione al trauma stesso. Tendenzialmente ci si difende dalle emozioni negative tentando di negarle, rimuoverle, proiettandole sugli altri e lo si fa inconsciamente. Imparare a rendersi conto della presenza di questi meccanismi di difesa è un primo importante passo, ed è necessario inoltre capire che le emozioni negative non vanno evitate, ma è importante lasciargli spazio di espressione.

Siamo cresciuti sentendoci dire “non piangere”, “non essere triste”, e questo purtroppo ha creato un’idea distorta tanto radicata in tutte le persone, quanto sbagliata. Le emozioni negative non vanno negate, vanno vissute, ci si può e deve concedere la libertà di piangere, di essere tristi e di esperire ogni emozione affiori. Questo è un semplice e concreto segreto di benessere interiore.